LA CITTÀ DEL PORTO (“CHORA”) | ||||||||||||
|
LA CITTÀ DEL PORTO (“CHORA”) Il capoluogo di Tinos è Chora, la Città del Porto situata nel litorale meridionale dell`isola, con una storia risalente all`antichità. Il suo aspetto odierno lo ha avuto durante il periodo durato dal 1715 al 1745. La sua fondazione è testimonianza di pace e di prosperità dovute alla fine delle incursioni dei pirati. La Capitale del 6o secolo a.C. fu fondata in un luogo prossimo all`odierna Cattedrale della Vergine Maria, che si chiama appunto “Pòles”=città. (Gli abitanti di allora erano divisi in 12 clan/tribù.) Il capoluogo è rimasto nello stesso luogo fino all`era Bizantina, quando nuove invasioni costrinsero gli abitanti a cercare ancora una volta la sicurezza sulla roccia ripida di Xòburgo. Ci è rinvenuta una parte dell`antica città portuale nella forma di mura situate a nord della Cattedrale della Vergine Maria di oggi, e gli scavi hanno scoperto una torre Ellenistica (rimasta purtroppo nascosta sotto la nuova circonvallazione della città), l`acquedotto di Peisistrato, adoperato fino agli anni trenta del secolo scorso per il rifornimento della città con acqua dolce e, a qualche chilometro più a ovest, il Santuario di Poseidon (Nettuno) e Amfitrite a “Kiònia”. Dalle descrizioni antiche sappiamo oggi dell`esistenza del Santuario di Dionisso e dell` anfiteatro -dove si svolgevano i famosi giochi “Dionysiaci”- del “Prytaneum,” dell`antica “Agora” ed il “gymnasium”. Purtroppo, tutto questo è ancora seppolto sotto la moderna città portuale. (Dal libro del filosofo Aristotele, chiamato “Repubblica di Tinos” –che risulta disperso– possiamo dedurre che la città antica era ben organizzata e conosciuta). La rinascita del capoluogo di oggi coincide coll`abbandono della Fortezza di Xòburgo. “La città di San Nicola”, come fu chiamata la città portuale, in onore dell`omonima Chiesa vicino al lungomare, fu popolata dagli immigranti provenienti da Creta, Euboia nonchè da altre località greche. I nuovi abitanti si occupavano del commercio, mentre la popolazione locale rimase nei villaggi delle colline e le valli dell`entroterra, occupandosi di agricoltura e allevamento di bestiame. Durante un breve periodo di tempo, l`isola era uno dei principali insediamenti mercantili del mar Egeo, con esportazioni rilevanti di vino, pellami, seta, fichi e tanti altri prodotti locali. Le navi mercantili di Tinos raggiungevano i porti dell`ovest Europeo, dell`Asia Minore e del Mar Nero. Fino alla rivoluzione del 1821, Tinos aveva circa 30 stabilimenti commerciali. Dopo lo sterminio delle popolazioni delle isole Chios, Kydonies (1822) e Psarrà (1824), ci fu un incremento della popolazione, dovuto al grande numero di profughi che si rifuggiarono a Tinos. Intanto, dopo la liberazione della Grecia, la città del Porto proseguì col commercio, anche se di una scala minore. Durante un breve periodo di tempo nell`inizio del 20o secolo, sia Tinos che Syros si distinsero per una vivace attività di import-export, ma Syros prese il sopravvento e fu la prima nelle Cicladi, mentre Tinos presentò un declino con la conseguenza che tanti tiniesi della città portuale emigrarono verso Atene o all`estero, dando il loro posto agli abitanti dei villaggi che si trasferirono nella capitale. Molti abitanti di Tinos andarono a stabilire attività redditizie a Costantinopoli, Smirne, Alessandria e Trieste. La scoperta dell`Icone Sacra della Madonna nel 1823, cioè il secondo anno della rivoluzione contro i Turchi, fu un evento che sconvolse la storia recente dell`isola e diede inizio ad una era nuova, con tanti pellegrini che arrivavano e continuano ancora a raggiungere l`isola per venerare la Madonna, un fatto che ha assicurato la sua fama nel Mar Egeo ed in tutto il mondo Ortodosso, contribuendo al miglioramento dell` economia dell`isola. Si è sviluppato un mercato che, oltre lo scambio di merci di vario genere, dipende sopratutto dall`attività commerciale connessa al culto della Madonna e la Sua Immagine Sacra. Il lungomare della città portuale, con edifici alberghieri e commerciali, nasconde l`immagine della città dietro la facciata, con tante caratteristiche particolari dell`architettura isolana e la tradizionale società di Tinos. Il centro storico della vecchia città, coi vicoli pittoreschi, ci invita ad esplorarlo. Sulla cima più alta della città sorge l`imponente grande Cattedrale della Madonna, rivestita di marmo bianco e circondata dai vari musei adiacenti. Si deve visitare il Museo Archeologico con tanti reperti antichi, che si trova sul viale principale, e inoltre la biblioteca dell` Ente Culturale della Madonna, con migliaia di libri, che si trova dietro il Museo Archeologico. Da non perdere, è la passeggiata lungo la cosiddetta “vecchia strada” che porta alla Cattedrale, per visitare i negozi di souvenir, tra i quali si può ancora ammirare una vecchia Fontana di marmo, la "Kato Vrissi" (che risale all`epoca della nascita della capitale stessa). Anche i vialetti tradizionali, sono molto interessanti. Nascosta dentro un tessuto urbano denso, c`è la più vecchia chiesa della città, “Malamatènia”, che risale al 1100 e San Nicola, la Cattedrale Cattolica. Ci sono, inoltre, la chiesa dei “Tre Gerarchi” e dintorni, ma anche i distretti di Pallada e San Eleuterio, con casette cadide, circondate da giardini fioriti con bucanvillie e gelsomini, che costituiscono un`ambiente ben diverso dal lungomare commerciale. La chiesa degli Angeli Taxiarchi, che sono i veri Patroni della città, si trova vicino al porto ed è molto interessante, perchè ospitò temporaneamente l`Icona Sacra della Madonna dopo la sua scoperta e fino al suo trasferimento nella Cattedrale della Madonna. La strada dei bar e ristoranti del porto fu una volta quella commerciale dei stabilimenti del monopolio del sale e del combustibile. Il monumento dedicato alla nave militare “Elli”, creato recentemente dallo scultore Nicos Paraskevas, dà un`altra dimensione all`evento dell`incursione marina che la affondò prima della seconda guerra mondiale. Un`altra destinazione interessante è il laboratorio tessile coi telai operati dalle fanciulle dell`isola che si trovano allineati in una grande sala. Una visita alla città di Tinos non può escludere l`edificio imponente della Fondazione Culturale di Tinos, sul lato orientale del porto. Più in là, sulla collina sovrastante il limite est del porto, sorge “Pasakrotiri”, con il monumento in onore dei caduti durante gli scontri Balcanici. Standone vicino, si può godere della vista panoramica della città del porto e di tutta la costa meridionale dell`isola. La conoscenza della città portuale può essere completata da una visita alle mura archaiche della città antica, che sorgono a nord della Chiesa della Madonna, nella località detta ”Pòles”. Trovare alloggio e ricreazione nella vecchia città del Porto non è difficile, perchè esistono alberghi e camere in affitto per ogni gusto. I servizi pubblici sono a disposizione di ogni turista con Centro Informazione, Centro Sanitario e locali Culturali. L`Ente Culturale di Tinos Fu inaugurato nel 2002 e si trova in un edificio storico di stile neo-classico, uno dei più imponenti dell`isola (risalente all`inizio del 20o secolo), che inizialmente funzionava come albergo e ospedale (chiamato “Polymèreio”, dal suo donatore). Fu acquistato nel 1977 e ripristinato dall`Ente Della Madonna dell`Annunciazione che ne cura anche il funzionamento e la manutenzione. Scopo dell`Ente Culturale è la promozione della storia, la cultura e la tradizione di Tinos. Contiene una sala conferenze, nel piano-terra e ampi saloni per le mostre nonchè una biblioteca tematica su Tinos e le Cicladi, nei piani superiori. Ha ospitato moltissimi eventi culturali e contiene anche una mostra permanente dei lavori del grande scultore di Tinos, Giannoulis Chalepas. Il mercato turistico di Tinos Una passeggiata nella città portuale di Tinos sarebbe incompleta, se non includesse anche il girovagare per la cosiddetta “vecchia strada della Vergine Maria”. Quì il tempo si è fermato nel passato e l`ambiente ci ricorda i mercati di Costantinopoli e Cairo. Sulle bancarelle colorate, davanti a ogni negozio, si espone la propria merce. Dapertutto, si sentono i rumori di gente che passeggia in cerca dei souvenirs tipici di Tinos: Si tratta di icone bizantine di ogni formato, dei panni ricamati, di collane, di dolcetti tipici locali e di diverse altre cose interessanti. I commercianti, dall`altra parte, invitano la gente ad acquistare. Avvicinandosi alla chiesa della Madonna, le bancarelle espongono delle candele votive, fialette per l`acqua santa e incenso, che si vende a peso e si sente bruciare e profumare l`aria tutt`intorno. La processione dell` “Epitafio” del Venerdì Santo (tradizione di Santo sepolcro) L`interesse dei devoti durante la celebrazione del Venerdì Santo a Tinos è diretto verso la processione dell` ”Epitàfio” di tutte le chiese della città portuale. Dopo la messa serale di quel giorno, le cinque chiese parocchiali danno inizio alle processioni Sacre degli “Epitàfii” e infine, c`è il raduno di tutti quanti in piazza Essedra (“Pantànassa”). Ogni singolo “Epitàfio” porta delle decorazioni floreali, fatte dalle devote della parocchia e la processione prosegue lentamente per le vie della città fino al luogo d`incontro, seguita dai rispettivi fedeli che tengono in mano delle candeline accese. L`unico ”Epitàfio” ad essere privo di decorazioni floreali è quello della grande Chiesa della Madonna, appositamente per lasciare in vista i suoi dettagli di legno scolpito. Dopo la cerimonia religiosa sull`essedra, dove si cantano degli inni per la sepoltura di Gesù, ogni singola processione prende la via di ritorno verso la propria chiesa parocchiale. C`è, intanto, un` eccessione: L´Epitafio di San Nicola prosegue verso la vicina spiaggetta di “Kalàmia”, entrando nell`acqua e, dopo un`invocazione per la salvaguardia dei marinai, ritorna alla propria sede. Quest`ultima è un`usanza recente, che risale agli anni `80. La chiesa degli Angeli “Taxiarchi” La vecchia chiesa degli Angeli “Taxiarchi” si trova vicino alla località portuale di “Pallàda”. Qualche racconto non verificato, mantiene che questa Chiesa fu una volta di Dogma Cattolico. Nel 1715, durante il breve dominio Turco di Tinos, ci fu un arrangiamento reciproco tra Cattolici e Ortodossi per lo scambio di sedi tra San Nicola e Angeli “Taxiarchi”. Di conseguenza, San Nicola diventò la sede Cattolica ed i Taxiarchi, quella Ortodossa. La chiesa Ortodossa degli Angeli “Taxiarchi” è stata rinnovata nel 1759, come risulta da una lastra di marmo sopra l`ingresso principale. Coi contributi degli Ortodossi di Tinos e su iniziativa del Vescovo “Meletio”, la chiesa si trasformò in un vero e proprio museo d`arte religiosa, contenente tesori dell`Arte Post- Bizantina, come il magnifico templo di legno scolpito e addobbato di icone e dettagli dorati. Secondo una credenza popolare, quel templo fu creato a Costantinopoli nel 18o secolo, in stile bizantino-baroccco. È considerato uno dei più bei tempi ed è lungo 8 metri, con legno perforato rassomigliante a un ricamo che lascia penetrare i raggi di luce e incorniciare le icone preziose, conferendone grazia e delicatezza e facendolo diventare una vera e propria opera d`arte. Le decorazioni rappresentano piante e fiori, falchi e colombe, leoni ed animali vari, componendo dei motivi intricanti. Da menzionare inoltre che la storia di questa chiesa diventa più interessante per i pellegrini, sapendo che la Sacra Icona dell`Annunciazione fu ospitata quì per un breve periodo di tempo, durante i lavori per la costruzione della Cattedrale della Madonna.
|
|||||||||||
|
||||||||||||
© 2008 Francois Web Design |