Storia di Tinos
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Provenienza del nome Tinos

Tinos riceve il suo nome dal re Tinos che era il primo fondatore dell'isola e capo di una tribu ionica proveniente di Karia dell'Asia Minore che visse quà negli anni preistorici. Una tradizzione locale annette il nome alla principessa Tino. Secondo posteriori testimonianze l'isola riceve anche altri appellativi come “Ydrusa” (dell'acqua) a causa dell'ambundanza in acqua, ma anche “Ofiusa” o “Fidusa” (del serpente) per la gran quantità di serpenti. Per alcuni ricercatori però l'ultima appellazione viene tradotta male, giacchè fides” non è un rettile ma una spezie del cespiglio di cerdo che attechisciva su tutta l'isola (oggigiorno attechisce solo intirno alla regione di Panormos). Più di tanto possiamo accertare l'importanza di quasto cespiglio per gli abitanti osservando il suo uso esteso alle costruzioni di case e di stalle poichè è tenace e molto resistente all'umidità e alla tarma.

Nell'antichità Tinos si menzionava da Aristofane come Skordoforos” (colui che possiede agli) per i suoi squisiti agli, da Kallimaco “Agathousa” (bontà), da Aristitele “Ydrousa” (dell'acqua) e da Dimostene ed Eschine “Erousa”. Oggi Tinos ha l'appellativo del “isola di Eolos” per i forti venti settentrionali.

Mitologia

Tinos, come tanti altri posti in Grecia, ha la sua mitologia e le sue tradizzioni.

Il monte Tsiknias, il posto più alto di tutta l'isola (con 714 metri di altezza) ha il suo proprio mito. Nell'antichità si chiamava “Gyre Petra” (pietra cercolare) o “Gyros” (circolo) per il nome di una delle dodici tribu che vivevano allora a Tinos, i “Gyraieis”, che risiedevano alla partre settentrionale del monte. Durante la regia di Apollodoro, subito dopo la spedizione degli Argonauti nella Coldice, la nave Argo ormeggiò vicino all'isola con i due figli di Borias (vento del settentrione) y di OreitheiaZetes e Kalainfugarono e nascondettero su questo monte. Allora il furioso Ercole gli insegue, gli uccise e gli seppellì quà. Si dice che il loro padre, Borias al informarsi dell'evento piange tanto e per la sua furia lasciò che i forti venti settentrionali uscissero, soffiando fortemente al di sopra dell'isola fino a oggi.

Altri miti si basano a racconti di Omero. Nell'Odisea c'è sritto che Eadas (proveniente da Locrida), durante il suo viaggio di rientro da Troia, insultò a Poseidone (dio del mare) quest'ultimo lo condenò con la morte uccidendolo sul monte di Tsiknias. Altri fonti antichi citano che vi si adoravano i dei Eolos e Borias e i loro credenti ebbero fondato lì un tempio sacro e un'insediamento. Si dice ancora che il suo nome lo receve da “tsikna” (odore di carne bruciata) dai sacrifici di animali in onore al dio. Quest'ipotesi corrobora con i numerosi frammenti e le altre ceramiche ritrovate quì.

È tanto legata la relazione di questo monte con i miti di Eolos e di Borias che è quasi sempre coperto da nuvole e molto spesso la sua cima è nascosta nella nebbia.

Rievocazione Storica

Come rivelano alcuni ritrovamenti archeologici, Tinos è una delle uniche isole greche che è stata sempre abitata sin dagli anni preistorici. Secondo le testimonianze, i primi abitanti erano i Kares e i Leleghes.

Il primo insediamento dell'isola si trova all'odierna regione di “Bryokastro” o “Brekastro”. I primi frammenti testimoniano che l'abitare dell'isola resale nell'Età del Rame o l'E Cicladica (3000-2300 a. C.), mentre l'isnendiamento si fortifica nell'Età Media del Rame o la Tarda Cicladica (2300-1600 a. C.). In quel periodo osserviamo il fenomeno di accumulazione del popolo in posizioni strategiche (com'è quella di Bryokastro).

Come testimonia la tomba micenea di Santa Tecla a volta (vicino alla regione di Pyrgos), la storia dell'isola va fino l'Età Micenea. Durante i Secoli Oscuri (XII-X sec. a. C.) si osserva il fenomeno della pirateria e delle incursioni dai “Popoli del Mare” per tutto il mar mediterraneo, le quali si affrontavano con lo spostamento degli insediamenti a fortalezze. Peraltro, questo periodo risalgono le mura ciclopiche di Xomburgo. Conformemente alle tombe -necropoli geometriche- e gli altri ritrovamenti, l'isnendiamento vicino aKardiani data in Età Geometrica (VIIII-VIII sec. a. C.). Negli anni prematuri Arcaici (VII sec. a. c.) la capitale dell'isola si sposta a Xomburgo. Secondo i riferimenti di N. Kontoleontos a metà del secolo precedente, uno dei ritrovamenti più imprtanti che furono portati alla luce è il tempio sacro della Gran Dea (posteriormente di Dimitra) e le grandi giare plastiche ritrovate nel tempio. A fine del periodo turbato con le incursioni, Tinos (insieme a moltissime regioni greche) sposta la sua capitale dalla fortezza naturale di Xomburgo a un posto più aperto.

Durante i tardi anni Archaici (VI sec. a. C.) e gli anni Classici, la capitale dell'isola si trova molto più giù, vicino al mare, nel posto del porto attuale e intorno all'odierno Tempio della Madonna. Dalle costruzioni più importanti di quel periodo vale la pena fare riferimento all'Acquedotto di Pisistratesituato  all'odierno posto di Lenopès (fcostruito nello spazio di 549-542 a. C. e forniva con acqua la capitale fino il 1934), e al Tempio Sacro di Poseidone e di Amfitrete (IV sec. a. C.), al posto di Kionia, luogo di particolare culto, poichè era l'unico Tempio sacro delle Cicladi dedicato per intero al dio del Mare. Inoltre, secondo altre testimonianze, il dio si adorò a Tinos per un certo periodo anche come dottore sacro. Nel 338 a. C. Filippo il Secondo occupò le isole Cicladi e dopo la morte di Alessandro Magno, governarono a Tinos Antigono e più tardi Tolemeo (re di Egitto). Dopo il 300 a. C. Tinos si liberò e nel 270 a. C. venne qualificata Isola Sacra.

Date importanti per l'isola

480 a. C. Secondo i Medi, Tinos passa all'occupazione persa. Tuttavia, secondo la storia di Erodoto, un po prima della battaglia navale di Salamina, la trireme di Tinos, sotto il comando di Panaitio di Sosimena, diserta e si unisce alla flotta greca alla quale ragguagliava sui i piani di azione dei persiani. Questa azione audace di Tinos contribuisce decisasemte alla gloriosa vittoria dei greci. Oggi la trireme di Panaitio si espone al comune di Tinos.

Battaglia dei Plataies (479 a. C.). Per l'importante contribuzione di Tinos in questa battaglia, il suo nome venne scritto sul tripode votivo di Delfi.

IV sec. a. C. Tinos abbraccia il Cristianismo mentre abbandona il culto della religione greca antica del dodecateo. Insieme a quello, si abbandona anche il tempio sacro di Poseidone e di Amfitrete dopo molti secoli di culto di adorazione.

Il Periodo Bizantino. L'isola appartiene al “Tema di Gecia” e subisce le reiterate incursioni dei saraceni e di tanti altri popoli.

1207. Tinos prese la signoria dei Veneti, al principio come possessore della famiglia di Ghizi (1207-1390), e poi, fino il 1715, sotto il governo immediato della Demograzia di San Marco.

1538. Invasione all'isola dal pirata Chairedin Barbarotsa.

5 giugno di 1715. I turchi in accordo con i bizantini e dopo undici trattamenti falliti, riescono a occupare l'isola, che fino a quel periodo era una delle ultime regioni libere in Grecia.

1771-1774. Passaggio per l'isola dei russi per un periodo breve, durante la revoluzione dei fratelli Orlof.

31 marzo 1821. Tinos per prima di tutte le Cicladi, issa la bandiera della revoluzione sul Torre delle “Località Esterne” . Ll 20 aprile segue la capitale (Chora), mentre tante erano le offerete del popolo di Tinos alle battaglie tanto in terra come al mare.

30 gennaio 1823Ritrovamento dell'icona miracolosa della Santa Maria Vergine -dopo la divina visione della monaca Pelagia- che fecce dell'isola il pellegrinaggio più importante della nostra epoca, per Grecia e per l'Ortodossia.

1895. Si organizza all'isola “Tinia”, precursore dei Giochi Olimpici di 1896.

15 agosto 1940. Gli italiani silurarono la nave militare (cacciatorpediniere) Elli nello stesso giorno del festeggiamento di Ferragosto al affollatissimo porto dai pellegrini. Per fortuna no c'erano vittime, fatto che venne considerato miracolo della Madonna.

 

 

 

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