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La campagna di Tinos

Insieme all'architettura, di maggior interesse è anche la campagna di Tinos. Il clima e l'ambiente hanno influenzato decisamente le occupazioni degli abitanti che si occupano senz’altro del campo e dell’agricultura. Così gli abitanti della campagna hanno voltato le ripide pendici della superficie dell’isola a terreni coltivabili (le cosidette "scale" in dialetto locale) con la costruzione dei muri di sostegno in pietra. Quest’abitudine c’era in Tinos sin dai tempi antichi. Nel IV sec. a. C. si evidenza che gli abitanti davano già questa formazione ai terreni pendenti dell 'isola. Creavano strette e piane strisce di terra. Le "scale" vengono nominate anche "Trafo" (dalla parola greca antica "trincea") e formano piscine naturali d’acqua e superfice coltivabili. In questo modo il terreno si fa piano, la terra non si porta più via dalle piogge e si piantano alberi di fico o vite per proteggere dai venti e per trattenere l'umidità. I terreni sono accessibili per viottoli stretti e si separano tra di loro con costruzioni di pareti in pietra. Gli agricoltori preferiscono creare giardini con alberi di ulivi e agrumi in luoghi con acqua abbondante. Aiuta anche il fotto che in questi luoghi il vento non tira molto forte come nel resto di Tinos. Nel valle dell 'isola, che si estende all’intorno del villaggio di Komi, i campi sono protetti da fossati che tra l’altro, trattengono l’umidità.

I villaggi di Tinos

La maggior parte degli insediamenti di Tinos risalgono nel XVII sec. a. C., data in cui raggiunsero anche il loro apogeo. Il loro sviluppo è influenzato da vari fattori. Uno dei più importanti erano il tempo, la geomorfologia e le invasioni dal mare durante vari periodi storici, che obbligarono gli indigeni a concentrarsi al interno dell’isola e costruire là i loro insediamenti. Costruiti all’interno della capitale e circondati dalle montagne (come i villaggi di Volax e di Pirgos) non erano più visibili dal nemico. A quasto contribuisce anche l’uso esteso dell’ardesia locale, che si trova in abbondanza all’isola e il fatto che le case vennero costruite l’una accanto all’altra. Alcuni paesini, comunque, si trovano vicino al livello del mare (com’è quello di Kardiani e di Ysternia), però protetti dal Levante da dove proveniva il pericolo più grande. I venti settentrionali che tirano molto forte all’isola, più potenti rispetto le altre isole, hanno come conseguenza la costruzione della maggior parte dei villaggi nella parte meridionale. Gli artigiani di Tinos approfittano abilmente del terreno brusco dell’isola, orientando i villaggi nel modo in cui ottengano l’esposizione al sole, la buona ventilazione ma anche la protezione dai venti forti. Le case hanno terrazzo piano poichè la neve è molto scarsa ma le pioggie forti. Gli archi nei vicoli dei paesini proteggono dal vento e dalle piogge. Giacchè i villaggi di Tinos sono costruiti sopratutto a bordo di montagne o a burroni, gli abitanti approfittano dell’approvvigionamento idrico e della frtrilità dei campi per coltivare la terra. Le materie prime locali e la geomorfologia hanno influenzato decisamente lo sviluppo dei paesini e l’architettura delle case. La pendenza delle cosidette -in dialetto locale- “scale” da la forma sfalsata ai villaggi. Le rocce dell’isola vengono utilizzate ampiamente dai costruttori, mentre prevalgono l’adresia, il marmo e i muretti a secco.

L’architettuta di Tinos è autentica. Nonostante la presenza veneziana per molti secoli, non ha adottato quasi nessun’elemento occidentale. Solo in alcune eccezioni vediamo colonne in marmo, che è la tipica costruzione delle chiese occidentali. Ma neanche l’occupazione turca lasciò elementi architettonici. Comunque, in quello contribuisce anche la breve permanenza dei dominanti all’isola (1715-1821 presenza non coerrente)

Una delle principali caratteristiche dei villaggi di Tinos è la mancanza di fortalezze, tranne il caso del Castello di Xomburgo. Questo si deve sopratutto al regime veneto per la conservazione della sua autonomia totale. La struttura degli insediamenti, con le casette costruite l'una proprio accanto all'altra, indica che la vita in quelli era molto legata. I viottoli e le stardine comunicavano tra di loro formando una rete. A molti villaggi c'erano anche servici pubblici, come scuola o negozi comunali e altro. I sorgenti, i luoghi aperti disponibili alle sagre del paese e le piazze erano zone di gran importanza per la vita nelle comunità.

Una caratteristica principale dei villaggi delle Cicladi sono i quartieri popolari. La chiesa e la piazza, che spesso si trovano vicino, sono i luoghi di maggior importanza. Tutti gli edifici pubblici o i punti d'incontro (es. il caffè, i negozi) si trovano lì dove si concentra tutta la gente. In alcuni villaggi grandi ci sono più di una piazze. Nella capitale però, a causa della folla e dei ritmi della vita contemporanea, le cose sono diverse. L'organizzazione tradizionale dei villaggi non c'è più, mentre tutta la vita si estende lungo la spiaggia e intorno al porto. Comunque, anche quì si possono trovare i quartieri popolari.

Alcuni nomi di villaggi risalgono al periodo del feudalesimo che predominò per parecchi anni all'isola, come sono per esempio i toponimi con terminazione in -ados (Arnados, Ktikados, Berdemiados, Falatados etc.). Altri paesi, come “Komi”, “Pirgos”, “Steni” etc. furono fondanti precedentemente. Il villaggio di Karia deve il suo nome alla tribu di Kares, che erano i primi abitanti dell'isola, mentre altri vengono nominati da qualche caratteristica della zona, per esempio Loutra (fonti termali), Tripotamos (tre fiumi), Krokos (zafferano) etc.

La casa tradizionale di Tinos

Le case di quest'isola costituiscono una testimonianza dell'arte tradizionale e distaccano per la loro simplicità e funzionalità. Sono piccolini, con pochi infissi per prottegersi dal vento settentrionale che tira sempre forte all'isola. Così è lo stile dell'architettura mediteranea. Negli anni precedenti la parte esteriore delle case non era dipinta per non differenziarsi molto dal paesaggio naturale. Oggi si imbianca con la calce, sopratutto per motivi di disinfestazione ma anche per riflettere la luce solare, evitando così il superriscaldamento delle case. I materiali edili sono più di tanto il marmo locale e l'adresia, mentre l'imbiacamento con la calce si usa per il murare, l'intonacatura, la decorazione o per coprire le screpolature che può presentare una parete. Per il rivestimento del pavimento si usa l´adresia, il calcestruzzo cementizio o la terra pressata.

La casa tradizionale di Tinos si compone da un'ampia saladove ricevevano gli ospiti, due o tre piccole camerette (secondo i membri della famiglia) dietro o accanto al salone, le camere da letto, una cucina con camino (che serviva più per cucinare e meno per riscaldare) e il cortile. Agli spazi ausiliari della casa appartengono la dispensa (seminterrato), dove depositavano i prodotti dell'agricultura, il forno, gli spazi per l'elaborazione del raccolto, il luogo in cui si effettuava la pigiatura dell'uva, il fienile etc. Il cortile è uno spazio aperto che si trova alla facciata della casa, spesso al primo piano e raramente orientato al nord. È circondato da pareti murati, rivestiti di marmo, dove uno può sedesri e godere la vista incantevole al mar Egeo. Il cortile era uno spazio molto importante per la vita mondata della famiglia, perciò si dava molta importanza al suo corredo: disponeva di banconi, una tovala, aiuole da fiori, brocche, scala per accendere al piano di sopra e terrazzo. Il primo piano spesso comunica con il pianoterra e la strada per una scalinata esterna in marmo o in adresia. Di solito il portone è decorato con architrave e si trova alla facciata della casa, fra due grandi finestre. Sul terrazzo ci sono le ciminiere . Alla parte più altra della ciminiera si collocava una giara ceramica. L'architettura e l'organizazzione delle case indicano che le necessità della gente, tanto pratiche quanto estetiche, si possono combinare armonicamente.

La decorazione interiore delle case ha uno stile molto sorbio. Uno degli unici elementi decorativi è l'arco semicircolare, sovrastante nella sala e al di sopra delle porte e le finestre. L'arco, che è molto caratteristico dell'architettura cicladica, serve per sorreggere il terrazzo. Anche l'arrendamento è assolutamente misurato. I mobili che armavano le case sono il buffè tradizionale , il comó, la brandina, il baule etc., coperti con bianchi ricami fatti a mano o al telaio, mentre dalle finestre pendono le tipiche tendine merletatte.

Le chiese e le chiesette di campagna

Tinos, sin dagli annni antichi, era un centro religioso, dato che il tempio di Poseiode e di Afrodite (Venere) fecce dell'isola pellegrinaggio panellenicoLa fede e la religiosità sono una caratteristica sua anche nei prossimi secoli fino a oggi, caso che venne dimostrato dal gran numero di chiese che si trovano disseminate per tutta l'isola. Questo fatto comunque rende molto difficile il loro studio sistematico, perciò resta ancora incompiuto. Tinos, con mille chiese ortodosse e altre tante cattoliche, occupa un postoconsiderevole nel campo dell'architettura ecclesiasticaL'architettura delle chiese di quest'isola raggiunse il suo apogeo, combinando perfettamente elementi e tecniche tanto orientali quanto occidentali. I templi che edificarono gli artigiani di Tinos con le materie prime locali e il loro gusto, sono delle vere opere d'arte. Ma anche i loro campanili incantano ai visitatori pellegrini per la loro solennità e simplicitàSono campanili in marmo o in pietra, altri con elementi decorativi maestosi e altri del tutto misurati.

Durante il periodo bizantino furono erigete ai villaggi chiese di parrocchia. Comunque, il trattato fra gli abitanti di Tinos e i turchi, dopo che i veneti gli consegnarono l'isola, influenzò l'edificazione di queste chieseTutti erano liberi a edificare templi cristiani, così in quasi tutti i campi c'è nuno, appartenente a una famiglia. Peraltro, il possesso di un tempio è considerato bendizione per la famiglia. Trasferivano la propietà della chiesa da generazione in generazione e si prendevano cura con molto piacere. Quando arriva il giorno festivo di una chiesetta, dopo la santa messa la famiglia organizza un banchetto, offrendo da bere e da mangiare a tutti gli compaesini e a gente d'altri villaggi che vi si presenta. Per tradizione, si offre cafè greco, acquavite, lokum (dolce tradizionale delle cicladi con gelatina aromatizata ai frutti e cospargiato di zucchero a velo) e altri cibi locali, come formaggio di Tinos, salsiccia aromatizata all'aglio e alle spezie, cargiofo all'olio, un salume tipico molto grasso -luza in dialetto locale- e vino. Se è Natale si offre un dolce tipico con pasta fritta e miele e se è Pasqua si offre la focaccia al formaggio dolce.

Le chiese di Tinos sono di tre categorie: i templi catedrali (chiese di parrocchia che le possiamo trovare tanto ai villaggi quanto al porto), le chiesette di campagna e le cappelle (chiese più piccole che si trovano vicino alle catedre)Le chiesette di campagna sono innumerevoli, tutte bianche e disseminate dapertutto: sulle cime delle montagne, su rocce ripide e pendii scoscesi, vicino al mare, nei campi e nei valli, lungo viottoli ma anche nei villaggi e vicino al porto. Sono i gioielli dell'isola. Ogni giorno ci sarà una festa religiosa in qualche di queste chiesette e la feria con i banchetti che vi si organizzano da vita alla campagna.

Architettonicamente la parte più caratteristica delle chiese è il campanile che può essere in vari disegni. In molti casi erige independente dal tempio. Le vecchie chiese non hanno per niente aperture mentre quelle posteriori c'è le hanno poche. La coesistenza per molti secoli della religione cattolica e dell'ortodossa all'isola si evidanza all'architettura, mentre quelche volta, ci sono templi dedicati a tutti e due i dogmi com'è quello di Santa Caterina sul monte di TsikniasL'architettura delle chiese tradizionali, e sopratutto delle chiese di campagna, non differisce molto da quella dei domicili. Le materie edili che si usano per la loro edificazione sono le stesse con le materie per la costruzione delle case, cioè l'adresia e la calce. Il soffitto è piano, come delle dimore, fatto di una gran lastra di pietra, sostenuta da trave di legno. La facciata delle piccole chiese è decorata con frontini triangolari. In ogni caso, si tratta di un elemento decorativo posteriore -del XX sec.- che non va daccordo con l'architettura tradizionale.

Le colombaie

Le colombaie non son'altro che le case delle colombe. Da sempre questo uccello era molto amato. Sin dagli anni antichi e fino al Cristianesimo con lo Spirito Santo. Il popolo greco gli associa con la pace, l'amore, il tepore e giusto per questo motivo gli hanno dedicato poesie e canzoni e molto spesso prevalgono su rilievi tradizionali, quadri di pintura e ricami merletatti.

Le colombaie si possono trovare anche ad altre isole cicladiche ma la maggioranza si trova a Tinos. Sono molto associati all'isola e costituiscono la sua principale caratteristica. Gli architetti indigeni conoscono molto bene che per attirare le colombe, quello che conta molto è, tra l'altro, la localitàPer questo le edificano a retroterra in posti selezionati, cioè vicino a terreni coltivabili con fonti d'acqua, su pendici montuose e valloni, ma mai sulla montagna. Questo aiuta molto agli uccelli di sopravivere ma anche di ritrovare la rota del rientro.

A parte la loro funzionalità, le colombaie indicano eleganza poichè era un privilleggio per uno tenerne alla sua dispone. Le edificavano dando molta importanza ai loro disegni derocativi che erano, senz'altro, maestosi. Sono i gioielli del paesaggio di Tinos ed è moltro notorio che ogn'una differisce dall'altra.

Sono massiccie e murate di pietra. I piani di sotto servono per depositare i ptodotti e gli utensili agricoli, metre a quelli di sopra vivono le colombe.